Si tratta di malattie acute virali dai nomi esotici: Chikungunya, Dengue e Zika. Sono trasmesse da insetti (artropodi) vettori, zanzare del genere Aedes, che riconoscono l’uomo come unico ospite. Un tempo relegate ai tropici, nell’ultimo decennio hanno raggiunto l’Italia prima come casi importati, poi anche come autoctoni.
La Chikungunya è causata da un alfa virus della famiglia togaviridae. Il nome è una parola “chimakonde” che significa “diventare contorti”: ciò per indicare l’andatura curvata e sofferente dei soggetti colpiti. L’infermità, ad esordio brusco, è infatti caratterizzata da febbre e intensi dolori articolari (artralgie) a polsi,mani,anche e piedi. Poi determina dolori muscolari, cefalea, leucopenia(riduzione del numero dei globuli bianchi) e rash cutaneo (eruzione sulla pelle). Solitamente decorre in pochi dì anche se, talvolta, i sintomi articolari persistono per settimane. Rare le complicanze neurologiche (meningiti benigne), cardiache e oculari. Trasmessa da zanzara Aedes delle specie aegipti o albopctus. Quest’ultima è presente dal 1990 anche in Italia. Meglio nota come “Zanzara tigre” è un artropode che si nutre di sangue (ematofago), di abitudini diurne perché predilige le ore mattutine e del tardo pomeriggio. In Italia nel 2007 si osservava un’epidemia con 217 casi (perlopiù a Ravenna e Cesena) e dal 2013 in alcune isole caraibiche, parte di centro e sud America e alcune isole dell’oceano indiano (Madagascar, Reunion, Mauritius) hanno riportato episodi epidemici autoctoni. La Dengue è dovuta a un flavivirus, distinto in 4 sierotipi. Trasmessa dai vettori già citati, si manifesta in 3 forme cliniche. La “febbre spaccaossa” a decorso benigno con febbre, rash maculare e artralgie. La variante emorragica con sintomi dovuti a trombocitopenia (riduzione drammatica del numero delle piastrine) e incremento della permeabilità vascolare. E la sindrome da shock con ipotensione, ipovolemia(caduta di pressione arteriosa e volume circolante) ed elevata letalità (50%; riducibile a 1%, in contesti sanitari adeguati). È diffusa in aree tropicali e subtropicali di America centrale e latina, Asia meridionale e sud est asiatico, Africa e Oceania. In Europa sono stati osservati casi autoctoni sporadici di Dengue e Chikungunya in Francia, Croazia, e sull’isola di Madera in Portogallo. Modesti ancorché in incremento sono i casi importati in Italia di Chikungunya nel triennio 2012-14: 5(2012), 3(2013), 39(2014). Relativamente più importanti quelli inerenti la Dengue: 79(2012), 142(2013), 80(2014). Un’altra infezione virale considerata emergente e trasmessa dai suddetti vettori è quella da Virus Zika (Flaviviridae). Endemica in Asia e Africa, nel 2007 si notificava episodio epidemico nell’Isola di Yap nel pacifico, ma senza ancora nessuna evidenza in Europa di casi autoctoni. Nel 2014 la Toscana ha segnalato 3 casi importati dalla polinesia. La prevenzione implica l’attivazione di sistemi di Sorveglianza epidemiologica sull’uomo per l’identificazione tempestiva dei casi sospetti: in soggetti sintomatici al rientro da paesi endemici (casi importati) o in malati non viaggiatori (casi autoctoni). Ciò consente di attivare misure atte a interrompere la catena di trasmissione del virus alle zanzare locali e da queste ad altri soggetti.
Poi l’attuazione di sistematici monitoraggi entomologici: cioè della popolazione di artropodi presenti nel territorio. Ciò consente di valutare il rischio di trasmissione attraverso la classificazione delle aree geografiche in zone di rischio crescente: fascia “A” (presenza del vettore in assenza di casi ), cintura “B”(presenza di vettore e casi importati) e regione “C”(coesistenza di vettore,malati importati e autoctoni). Infine misure nei confronti del paziente:isolamento domiciliare fiduciario del caso per 7 dì dall’inizio dei sintomi e misure protettive dalle punture d’insetto(zanzariere, abiti congrui, lozioni insetto repellenti, insetticidi, disinfestazioni, bonifiche ambientali). Ancora l’adozione di misure di precauzione nell’assistenza al caso da parte di familiari e conviventi: lavaggio mani (prima e dopo aver assistito il malato e dopo aver rimosso i guanti), uso di guanti in caso di contatto con sangue, divieto di strumenti taglienti già utilizzati per la cura del paziente. Infine ricordiamo la malattia del Nilo Occidentale, malattia infettiva virale (flaviviridae) trasmessa dalla comune zanzara (Culex pipiens). Asintomatica nel 80% dei casi, mentre nel 19% dà origine alla Febbre del Nilo Occidentale che simula l’influenza. Meno di 1 malato su 100, specie se anziano o immunodefedato, manifesta segni neuroinvasivi gravi o fatali: meningite asettica, encefalite, paralisi flaccida. In Italia nei sei anni 2008-14, il virus è stato segnalato in zanzare, uccelli e cavalli in 14 regioni. Oltre 130 i casi umani autoctoni di patologia neuroinvasiva notificati da 7 regioni (basilicata, E.Romagna, F. V.Giulia, Lombardia, Puglia, Sardegna e Veneto). Il Virus giunge a primavera con gli uccelli migratori di cui segue le rotte. Effonde in estate, mediante la puntura d’insetti ematofagi, a volatili selvatici (corvidi) e domestici stanziali, dando luogo a manifestazioni talora letali. Uomo e cavalli sono ospiti occasionali. La viremia raggiunge livelli troppo bassi per la trasmissione e per meno di 7 dì. Possibile il contagio da trasfusioni di sangue, trapianto d’organo, tessuti e cellule staminali. Culex pipiens è capace di traghettare il WNV a uomo e cavallo, mentre Culex impudicus mantiene il ciclo all’interno dei migratori. Sono zanzare comuni (80% della fauna culicidica), presenti in ogni luogo (ubiquitarie), aperto o chiuso, più attive da marzo a novembre, al crepuscolo o nottetempo, in ambienti peridomestici (acque stagnanti: vasche d’irrigazione, piovane) e urbani. La densità si riduce con le temperature (fine autunno), ma anche con disinfestanti adulticidi. In zone a rischio è necessario contenere al minimo le punture di insetti evitando d’esporsi all’alba e al tramonto, con l’uso di zanzariere e insetticidi (abitazioni) e repellenti su pelle e vestiti. Poi misure di prevenzione (test) su donatori di sangue, organi e tessuti. La sorveglianza sanitaria dei casi umani patologia neuroinvasiva e dei lavoratori di scuderia (con cavalli sintomatici), integrata con quella entomologica (cattura d’insetti per l’isolamento virale) e veterinaria (controllo di animali sentinella: cavalli, bovini, polli, avifauna selvatica) consentono di studiare la circolazione virale. I vaccini sono disponibili solo per i cavalli. La Strategia di prevenzione si fonda su misure integrate di sorveglianza ambientale, veterinaria, sanitaria e di condotta.