Nel futuro di Arcidosso c’è una nuova zona industriale alle Aiole grazie al termodotto geotermico, una piscina e strade nuove. Uno scenario positivo, nonostante i tempi di crisi. Le amministrazioni comunali passano un momento complicato, con lo sfondo di una normativa fluida che si modifica di continuo. Occorrono punti di riferimento solidi per giocare al meglio la partita. Il sindaco di Arcidosso Jacopo Marini fa il bilancio di fine d’anno e tocca i punti nevralgici delle politiche amiatine: unione e fusione comuni, geotermia, sviluppo di Arcidosso. Marini non nasconde che con l’arrivo di nuovi sindaci sulla scena politica della montagna, i vecchi equilibri si sono rotti e occorre trovarne di nuovi: “L’asse formato una volta da Arcidosso, Castel del Piano, Santa Fiora-dice-adesso si è spezzato e bisogna trovare un nuovo equilibrio. Nel passato governo Landi Arcidosso ha ottenuto risultati importanti nelle scuole, per il giudice di pace, per la geotermia. Il protocollo sulla geotermia che è stato sottoscritto come accordo di area ci ha permesso di mettere dei paletti per lo sfruttamento geotermico. E annuncio che per il 2016, al nuovo studio che l’Ars ha aperto sulla questione della mortalità maschile in eccesso in Amiata, noi aggiungiamo una convenzione con la Normale di Pisa e il CNR per un progetto che vada a studiare l’inquinamento al suolo dovuto alle emissioni geotermiche. E’ stato inoltre sottoscritto, lunedì, dalla regione Toscana un accordo per la costruzione della piscina geotermica e il termodotto. Il calore servirà alle aziende che già sono e che saranno nella zona Aiole. Il termodotto farà loro risparmiare il 70% dei costi di gestione e potrebbe sorgere lì un’area produttiva importante, con nuovi posti di lavoro. Penso, ad esempio ad aziende per la lavorazione di pellet che hanno bisogno di molto calore per l’essiccamento”. Ma il nodo, per l’Amiata, resta sempre quello della viabilità: “Prioritario-dice Marini-resta il Cipressino e speriamo davvero di riuscire a mettere insieme le risorse di Arcidosso, Castel del Piano e Santa Fiora. La Regione Toscana aveva promesso 10 milioni di euro per l’opera e potremmo farcela col contributo di tutti”. Ma se queste sono le grandi opere, vi sono poi gli impegni a brevissima scadenza: “Pochi giorni fa-dice-abbiamo firmato la gara per la videosorveglianza che sarà attiva, credo, a fine gennaio. E’ il primo stralcio, per 30.000 euro. E’ partita anche la gara per il cimitero di Stribugliano, questione che richiedeva una soluzione”. E a conclusione del suo ragionamento, il sindaco di Arcidosso rilancia l’Unione dei comuni e scarta la fusione: “Bisogna ricucire l’Amiata-dice-questo è certo e ancor di più adesso che siamo in balia di normative in continuo cambiamento. Si sono tolte di mezzo le province, si predilige l’area vasta e noi vediamo sempre più lontane le cabine di regia. Per fronteggiare questo e avere un ente che faccia da snodo e da sintesi dei comuni, penso all’Unione. Non è concepibile un solo comune ottenuto da una fusione di territori che vada dal Cornacchino a Montenero d’Orcia. Impensabile. E poi con la fusione i comuni perderebbero la loro autonomia, mentre l’Unione la garantisce ed è sintesi di queste autonomie. E’ con l’Unione che abbiamo ottenuto i 250.000 euro dalla regione per omogeneizzare i piani strutturali e abbiamo anche avuto 540.000 euro per intervenire sulle cinque riserve naturali. Possiamo fare bene, seguendo questo tracciato istituzionale”.