“Con il progetto Monte Labro, ci riprovano con la complicita’ degli apparati regionali ad aggirare i pareri negativi espressi dalle istituzioni locali”. “Non ci stiamo, siamo intenzionati, se sarà possibile, a fare ricorso al Tar”. “I pareri dei comuni sulla geotermia vanno tenuti in considerazione. Così pare non sia”. Questi solo alcuni dei pareri delle istituzioni e della politica amiatina dopo che è piombato sulle scrivanie dei sindaci di Cinigiano, Arcidosso e Castel del Piano, il decreto dirigenziale con cui si sostiene che il progetto sperimentale di ricerca geotermica Monte Labro, proposto dalla società Renewem e che aveva trovato il diniego dei comuni e dell’Unione può fare a meno della VIA. Dunque si va dritti, senza intoppi, alla realizzazione della postazione di perforazione; alla perforazione del pozzo esplorativo e all’ esecuzione delle prove di produzione; il pozzo esplorativo avrà un profondità massima di 4.500 m. sarà dotato di blow-out preventer nonché di sistema di rilevazione dei gas che fuoriescano dal pozzo (anidride carbonica – CO2, idrogeno solforato – H2S, metano – CH4).Benchè sia previsto un solo pozzo esplorativo, il sito può ospitarne quattro che secondo la società potranno essere realizzati nell’ambito delle eventuali e future attività. Tutto questo senza Via. Il che significa che la strada è spianata, nonostante vi sia stata la recente presa di posizione dei comuni interessati e dell’Unione che hanno avanzato una serie di osservazioni e chiesto la sospensione del progetto. I sindaci interessati sono “sorpresi e perplessi”: “Ribadisco la mia ferma contrarietà a questa ultima mossa della Regione-commenta il sindaco di Cinigiano Romina Sani-e sono stupefatta perché tutto questo contrasta con una serie di iniziative regionali , come l’ultima che ha bloccato il progetto Seggiano, oppure la moratoria di poco tempo addietro. Sto portando avanti una serie di iniziative con il gruppo Agorà cittadinanza attiva che oltre a prevedere una nota per l’ufficio regionale competente potrebbero concretizzarsi anche con il ricorso al Tar. Chiederò anche agli altri comuni, in sede di Unione, di essere supportata in proposito. E infine mi preme mettere in evidenza che è stato bloccato il progetto Seggiano che contemplava una esplorazione solo superficiale e invece questa parte Monte Labro 1 prevede un pozzo esplorativo invasivo, di oltre quattro chilometri di profondità”. Dal canto suo il presidente dell’Unione Jacopo Marini ha aperto il consiglio dell’Unione del 29 dicembre, proprio esprimendo il disappunto contro il decreto regionale che dà il via libera alla perforazione: “La media entalpia non è strategica per il nostro territorio-ribadisce-e siamo fermamente contrari a questo tipo di progetti che non giovano a nessuno. Oltretutto-aggiunge-il progetto è calato dall’alto con la decisa e più volte dichiarata contrarietà delle istituzioni e delle popolazioni. A differenza-aggiunge-dello sfruttamento geotermico ad alta entalpia di Bagnore, condiviso e sancito da un protocollo d’intesa fra comuni e regione Toscana”. Il sindaco di Castel del Piano Claudio Franci incalza: “A parte i pareri negativi dei comuni e dell’Unione-sottolinea-tutti gli altri pareri sono stati positivi per il progetto. Nessuno ha fatto obiezioni a parte i comuni e le associazioni. Nemmeno la soprintendenza ha detto no. Dunque comprendo che anche per gli organi tecnici non sia facile giustificare il no alla società richiedente. Noi istituzioni abbiamo fatto e faremo il possibile, perché questa linea confligge con l’idea di sviluppo legata all’agricoltura e al paesaggio che abbiamo in mente. E’ certo dunque che anche Castel del Piano sarà in prima linea per fare tutti i passi più opportuni per mostrare che quel tipo di centrale proprio non la vogliamo”.